Vedetta Atlantica

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VEDETTA ATLANTICA
Storie di vita nella base dei sommergibili italiani a Bordeaux, nelle pagine della rivista di Betasom

A cura di Marco Mascellani

  • Note: Interamente ill a col e b/n
  • Formato: 30 X 22
  • Rilegatura: Brossura
  • Pagine: 432
COD: VEDETTATLANT Categorie: ,

Descrizione

VEDETTA ATLANTICA
Storie di vita nella base dei sommergibili italiani a Bordeaux, nelle pagine della rivista di Betasom

A cura di Marco Mascellani

  • Note: Interamente ill a col e b/n
  • Formato: 30 X 22
  • Rilegatura: Brossura
  • Pagine: 432

La rivista “Vedetta Atlantica” ha avuto il merito di far conoscere la vita a bordo dei sommergibili: gran parte degli articoli pubblicati sono proprio dei lettori della rivista, membri degli equipaggi che quando tornavano a terra trasferivano su carta i loro pensieri. In verità, il contenuto della rivista, arricchita da numerosi schizzi e caricature, abbonda di pettegolezzi e di vignette. Ma questo volume è ampiamente completato dalla storia della Base Atlantica, da un intero capitolo dedicato ai sommergibili atlantici, alle caratteristiche tecniche, ai cenni storici e da un bel servizio sui luoghi di Betasom oggi, dove la base Atlantica Italiana della Seconda Guerra Mondiale aveva la sua sede e gli alloggi per il suo personale.

1 recensione per Vedetta Atlantica

  1. Mille Steensen

    Forse solo il nome non puo essere definito originale, con quell’unione della lettera greca Beta (iniziale della citta ospitante) e Som a indicare gli squali d’acciaio sui quali garriva fiero il tricolore. Non e noto se fu la lontananza dalla Patria, la fratellanza che regnava tra gli equipaggi o la necessita di creare un bollettino goliardico, o una mistura del tutto, ma pochi mesi dopo nacque la “nostra” rivista, scrigno di quella vita e quei segreti noti solo agli “iniziati” di Betasom. Nel nr. 7 del 25 dicembre 19i Vedetta Atlantica il secondo capo Negrin, redattore e anima della rivista, racconta che il compito gli fu imposto dai superiori mentre lui “fu preso dal desiderio di fare gesti pazzi”. Diede l’assalto agli inevitabili ostacoli e fu cosi che usci il primo numero che non aveva neanche un nome: usci con tre punti interrogativi nella testata e un concorso per sceglierne il nome. E il nome scelto evocava le dure navigazioni atlantiche di quegli equipaggi: Vedetta Atlantica.

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